Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri definisce il numero di stranieri che potranno fare ingresso in Italia, dando priorità ai lavoratori provenienti dai paesi di cooperazione migratoria.
I cittadini stranieri hanno la possibilità di entrare e soggiornare in Italia con la documentazione adeguata e dichiarando i motivi del soggiorno nel nostro Paese. Sono necessari i mezzi economici per mantenersi in Italia e per tornare nel Paese originario, ma nel caso di soggiorno per motivi di lavoro le condizioni sono differenti.
I documenti necessari sono sicuramente il passaporto (per i cittadini stranieri non europei) e il visto di ingresso che dichiara la motivazione della permanenza che deve essere richiesto all’ambasciata o ai consolati italiani nel Paese d’origine.
Il visto è necessario nel momento in cui il cittadino straniero vuole fermarsi più di 3 mesi in Italia. Se non si rispetta questi pochi criteri la permanenza diventa irregolare e si può essere espulsi dal Paese senza avere il diritto di rientrare.
Le regioni possono trasmettere, entro il 30 novembre di ogni anno, un rapporto sulla presenza e sulla condizione degli immigrati extracomunitari nel territorio regionale, contenente anche le indicazioni previsionali relative ai flussi sostenibili nel triennio successivo in rapporto alla capacità di assorbimento del tessuto sociale e produttivo.
In ogni provincia è istituito presso la prefettura territoriale del Governo uno sportello unico per l’immigrazione, responsabile dell’intero procedimento relativo all’assunzione di lavoratori subordinati stranieri a tempo determinato e indeterminato
Il permesso di soggiorno ha durata biennale in caso di assunzione a tempo indeterminato.