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CRAM: il Consiglio condanna la guerra e chiede pace e solidarietà per il popolo ucraino

“Il CRAM ripudia la guerra ed è vicino al popolo ucraino, alle prese con una grave invasione da parte delle forze militari russe”.
Sono le parole del Consiglio Regionale Abruzzesi nel Mondo, l’organo consultivo della regione presieduto dallo stesso Presidente Marco Marsilio, con una rappresentanza di 34 associazioni di abruzzesi  in tutti e 5 i continenti. Dunque il CRAM rappresenta la comunità abruzzese di tutto il mondo.
“L’Ucraina – scrivono i rappresentanti di 20 associazioni e Federazioni all’estero – è un paese nel quale vivono alcune migliaia di italiani, e sia in Italia che in Ucraina risiedono moltissime famiglie miste italo-ucraine che si sono unite negli ultimi decenni. Un rapporto di amicizia e di legami affettivi che è particolarmente evidente in Abruzzo, per la presenza di una consistente percentuale di cittadini ucraini: oltre 3.800, per la maggior parte donne serie e operose, che si prendono cura degli anziani e delle famiglie abruzzesi e a cui le famiglie sono sinceramente legate”.
“Le Associazioni di Abruzzesi nel mondo chiedono ai responsabili della politica internazionale in Italia e in Europa di agire con determinazione per arrivare ad una soluzione diplomatica che interrompa un’escalation di violenza che mina alla base le istituzioni democratiche con gravi ripercussioni anche per l’Italia. L’Italia e l’Europa – continuano – devono impegnarsi per cambiare rotta: senza la mediazione della diplomazia, senza il rilancio del dialogo politico e della cooperazione a tutti i livelli, sarà impossibile difendere i diritti umani e affrontare le crisi che incombono. Niente può giustificare altre perdite di vite umane”
“Il CRAM – concludono – vuole dirlo con chiarezza: fermiamo la follia della guerra. Sempre!”.

Seguono le adesioni delle Associazioni da cui provengono i delegati CRAM:
1. Federazione delle Associazioni Abruzzesi in Quebec
2. Confederazione Abruzzese in Canada
3. Associazioni Abruzzesi in Bolivia
4. Federazione delle Associazioni Abruzzesi in Argentina
5. Federazione delle Associazioni Abruzzesi del Venezuela
6. FEABRA, Federazione delle Associazioni Abruzzesi in Brasile
7. Associazione Abruzzese in Uruguay
8. Associazione degli Abruzzesi nel Paraguay
9. Abruzzesi negli Emirati Arabi Uniti e nei Paesi del Golfo
10. Associazione Abruzzesi in CINA
11. F.A.A.D.A. Federazione delle Associazioni Abruzzesi d’Australia
12. Associazione Abruzzesi in Algeria
13. Federazione della Associazioni Abruzzesi in Belgio
14. Associazione Abruzzesi La Maiella Emigrati nel Lussemburgo
15. Associazione Abruzzo – Sud Africa
16. Associazione Abruzzesi in Giappone
17. Associazione Abruzzo –Regno Unito
18. Associazione Culturale Abruzzese di Wolfsburg, Germania
19. FEAS – Federazione Emigrati Abruzzesi in Svizzera
20. FADM – Federazione Abruzzese del Michigan (USA)

01/03/2022 / by / in , ,
RINNOVO DEI COMITES: AL VOTO IL 3 DICEMBRE 2021

Con decreto consolare sono state indette le elezioni di 107 Comitati degli Italiani all’Estero (che vengono riconfermati rispetto alla precedente tornata elettorale del 17 aprile 2015) e di 13 nuovi Comitati, eletti nelle circoscrizioni consolari che hanno raggiunto e superato la soglia dei 3.000 connazionali residenti.

La data delle elezioni è fissata al 3 dicembre 2021. Per partecipare al voto è necessario far pervenire apposita domanda al proprio Ufficio consolare di riferimento (via posta ordinaria, posta elettronica, Posta Elettronica Certificata, recandosi di persona in consolato o attraverso richiesta sull’applicativo informatico Fast-It) entro e non oltre il giorno 3 novembre 2021. Il Comitato da eleggere sarà composto di 12 o 18 membri, in base alla consistenza numerica della collettività residente.

Quest’anno le elezioni di rinnovo dei Comitati degli Italiani all’Estero daranno modo di sperimentare per la prima volta il voto elettronico che – in un numero limitato di Sedi diplomatico-consolari e a determinate condizioni – si affiancherà al voto per corrispondenza.

Il MAECI sottolinea l’importanza della partecipazione al voto, esercizio fondamentale per la valorizzazione delle nostre numerose comunità italiane all’estero, che possono trovare nei Comitati degli interlocutori sempre disponibili, portavoce degli interessi e dei bisogni dei cittadini italiani presenti sul territorio. I Com.It.Es. sostengono i nostri connazionali, fornendo informazioni utili all’integrazione, organizzando seminari, incontri e conferenze (anche relative a tematiche giuridiche e pensionistiche), corsi di lingua o di formazione professionale, importanti iniziative culturali – come pubblicazioni o mostre.

L’invito della Farnesina a tutti i connazionali all’estero è pertanto quello di iscriversi al voto e di contribuire attivamente a sostenere la propria collettività italiana di riferimento.

08/10/2021 / by / in ,
Il Turismo delle Radici

Il “Turismo delle Radici” interessa potenzialmente un bacino stimato tra i 60 e 80 milioni di discendenti degli emigrati italiani nel mondo, che risiedono soprattutto nelle Americhe, in Sud Africa, in Australia e nei Paesi europei. Non si tratta di semplici viaggiatori: il turista delle radici è soprattutto un investitore e un “ambasciatore” dei territori che custodisce nella sua storia familiare. Nel 2018, l’ENIT ha inserito in questa categoria 10 milioni di viaggiatori, che hanno generato un flusso economico in entrata di circa 4 miliardi di euro, ben il 7,5% in più rispetto all’anno precedente.

 

Il “Turismo delle Radici” è quindi una parte significativa di un settore strategico dell’economia italiana, quello turistico, al quale il MAECI guarda con particolare interesse ed impegno in un’operazione di sistema che mira a rafforzare l’immagine dell’Italia quale destinazione turistica. L’obiettivo è intercettare una quota sempre maggiore di flussi turistici dall’estero da orientare verso le piccole e medie città d’arte, e verso itinerari turistici regionali.

 

Molte sono le iniziative della Farnesina per valorizzare tale filone, a cominciare dalla pubblicazione della collana Guida alle Radici Italiane. Un viaggio sulle tracce dei tuoi antenati, una serie di guide turistiche (tradotte in inglese, spagnolo e portoghese) il cui primo volume, uscito nel 2019, è dedicato a Puglia, Basilicata, Abruzzo, Emilia-Romagna, Calabria, Sicilia, Molise, Lazio e Lombardia, ed è scaricabile a questo link.

Scarica il volume Guida alle Radici Italiane

Il secondo volume, per un secondo gruppo di regioni (Calabria, Sicilia, Molise, Lazio e Lombardia), è uscito nel marzo 2021.

07/10/2021 / by / in , ,
Online il nuovo bando MAECI-MIUR-FCRUI 2018 per tirocini all’estero

Vi piacerebbe svolgere un’esperienza formativa presso ambasciate, consolati, rappresentanze permanenti e Istituti di Cultura d’Italia all’estero? C’è tempo fino al 9 febbraio 2018 per candidarsi alla selezione indetta per ben 353 tirocini curriculari presso le sedi all’estero del MAECI (Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale).

Il bando è frutto della collaborazione fra quest’ultimo ed il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) e le Università Italiane, attraverso il supporto organizzativo della Fondazione CRUI.

Possono candidarsi gli studenti di tutte le Università italiane aderenti alla Convenzione che risultino iscritti ad uno dei corsi di laurea successivamente indicati.

I tirocinanti saranno impegnati nella realizzazione di ricerche, studi, analisi ed elaborazione di dati utili all’approfondimento dei dossier trattati da ciascuna sede. Gli studenti potranno essere anche coinvolti nell’organizzazione di eventi ed assistere il personale del MAECI nelle attività di proiezione esterna.

Il periodo di svolgimento del tirocinio è di 3 mesi, con possibilità di proroga per un ulteriore mese, e vedrà impegnati i ragazzi all’estero dal 2 maggio al 2 agosto.

Sono 155 i posti disponibili in Europa, 53 in Asia, 46 in America del Nord, 42 al Centro e Sud America, 30 in Africa, 13 in Medio Oriente, 10 in Oceania, 4 in Italia.

Rispettivamente 162 studenti saranno ospitati nelle ambasciate. Seguono 91 posti disponibili nei consolati, 60 negli istituti di cultura, 39 nelle rappresentanze diplomatiche.

Il tirocinio darà diritto ad un rimborso mensile di 300€ e al riconoscimento di 1 CFU per ogni mese di attività.

Le candidature possono essere inviate esclusivamente per via telematica collegandosi al seguente indirizzo: http://www.crui.it/tirocini/tirociniwa entro il 9 febbraio 2018, ore 17:00.

Per maggiori informazioni vi consigliamo di consultare i seguenti documenti:

30/01/2018 / by / in ,
Aperte le selezioni per assistenti di lingua italiana all’estero

Sono aperte le selezioni per candidarsi come assistente di lingua italiana all’estero. C’è tempo fino alle 23.59 del 10 febbraio 2018, infatti, per partecipare al concorso indetto dal MIUR, Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, per l’anno scolastico 2018-2019.

Gli assistenti affiancheranno i docenti di lingua italiana in servizio nelle istituzioni scolastiche del Paese di destinazione, fornendo un originale contributo alla promozione ed alla conoscenza della lingua e della cultura italiana.

La loro attività copre un periodo di circa otto mesi presso uno o più istituti di vario ordine e grado e comporta, di regola, un impegno della durata di 12 ore settimanali, a fronte del quale viene corrisposto un compenso variabile a seconda del Paese di destinazione.

La domanda di partecipazione alla selezione deve essere presentata, esclusivamente online, per uno soltanto tra i seguenti Paesi: Austria, Belgio, Francia, Irlanda, Germania, Regno Unito e Spagna.

I posti di assistente di lingua italiana all’estero sono attribuiti previa selezione dei candidati e riservati esclusivamente a studenti universitari o neolaureati di madrelingua e cittadinanza italiana in possesso di tutti i requisiti previsti ed indicati nel bando.

Tra i requisiti di partecipazione occorre: non aver compiuto il 30° anno di età; non essere già stato assistente di lingua italiana all’estero su incarico del MIUR; essere libero da impegni relativi agli obblighi militari e non essere legato da alcun rapporto di impiego o di lavoro con amministrazioni pubbliche per il periodo settembre 2018–maggio 2019 (periodo dell’incarico del presente avviso); non aver riportato condanne penali e non avere procedimenti penali pendenti; essere in possesso dell’idoneità fisica all’impiego; aver conseguito dal 1° marzo 2016 un diploma di laurea specialistica/magistrale tra quelli indicati nel bando.

Per maggiori informazioni consultare il bando allegato.

Per informazioni visitare il sito http://www.miur.gov.it/web/guest/assistenti-italiani-all-estero

 

24/01/2018 / by / in , , ,
6 buoni motivi per iscriversi all’AIRE

Oggi vogliamo svelarvi 6 buoni motivi per iscriversi all’AIRE, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero.

  1. Innanzi tutto, l’Ufficio Consolare sa che ci siete e può aiutarvi. Tutti coloro iscritti all’AIRE potranno beneficiare, infatti, del supporto offerto dall’Ufficio Consolare e, qualora richiesto, vi inserirà nella mailing list, inviandovi informazioni e aggiornamenti su eventi, iniziative culturali, opportunità, etc. Inoltre, l’Ufficio consolare potrà intervenire più facilmente se doveste essere in difficoltà. Ricordatevi di informare l’Ufficio consolare se cambi indirizzo.
  2. E’ più semplice avere il passaporto, la carta di identità e altri documenti. Potete ottenerli nei loro uffici senza dover tornare in Italia. Fate attenzione alla data di scadenza del vostro documento: per i maggiorenni il passaporto ha validità di 10 anni, per i minorenni varia tra i 3 e i 5 anni. Fate la richiesta in tempo. Ricordate che nei paesi europei i loro uffici possono rilasciare anche la carta d’identità ai cittadini iscritti all’A.I.R.E. Potete rivolgervi a loro anche per richiedere il codice fiscale e, nei paesi extra-UE, per ottenere il rinnovo della patente di guida.
  3. Potete votare per posta nelle elezioni politiche e referendum. In occasione delle elezioni politiche e dei referendum, gli iscritti A.I.R.E. hanno diritto a votare per corrispondenza (legge 459/2001). Riceverete il plico elettorale direttamente a casa vostra. Se invece preferite votare in Italia, inviate una comunicazione scritta entro dieci giorni dall’indizione delle elezioni all’ufficio consolare (cd. “opzione”). Ogni opzione è valida per una sola consultazione elettorale. Potete votare anche per gli organismi di rappresentanza degli italiani all’estero (Comites).
  4. Potete celebrare il vostro matrimonio o unione civile. Potete richiedere di celebrare il vostro matrimonio o unione civile presso un Ufficio consolare italiano. Attenzione, non è possibile se vi si oppongono le leggi locali o quando i partner non risiedono nella circoscrizione consolare (d.lgs. 71/2011, art. 12; legge 76/2016). Se invece volete sposarvi presso le Autorità straniere, richiedete prima ai loro uffici l’attestazione di assenza di impedimenti.
  5. Potete richiedere la trascrizione di atti di stato civile. Il matrimonio o l’unione civile celebrati all’estero, per avere validità in Italia, devono essere trascritti presso il Comune italiano. L’Ufficio consolare può assicurare la legalizzazione degli atti, tradotti, e trasmetterli in Italia. Lo stesso procedimento può essere eseguito per gli altri atti di stato civile. Per avere valore in Italia, devono essere trascritte tutte le variazioni di stato civile che si verificano durante la permanenza all’estero (nascita, cittadinanza, matrimonio o unione civile, divorzio, morte).
  6. Siete in regola con gli obblighi di legge ed evitate imposizioni non dovute. Evitate di pagare tasse non dovute ed usufruite del trattamento più favorevole previsto dagli accordi bilaterali per evitare le doppie imposizioni, laddove presenti.

L’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (A.I.R.E.) è stata istituita con legge 27 ottobre 1988, n. 470 e contiene i dati dei cittadini italiani che risiedono all’estero per un periodo superiore ai dodici mesi. Essa è gestita dai Comuni sulla base dei dati e delle informazioni provenienti dalle Rappresentanze consolari all’estero.
L’iscrizione all’A.I.R.E. è un diritto-dovere del cittadino (art. 6 legge 470/1988) e costituisce il presupposto per usufruire di una serie di servizi forniti dalle Rappresentanze consolari all’estero, nonché per l’esercizio di importanti diritti, quali per esempio:

  • la possibilità di votare per elezioni politiche e referendum per corrispondenza nel Paese di residenza, e per l’elezione dei rappresentanti italiani al Parlamento Europeo nei seggi istituiti dalla rete diplomatico-consolare nei Paesi appartenenti all’U.E.;
  • la possibilità di ottenere il rilascio o rinnovo di documenti di identità e di viaggio, nonché certificazioni;
  • la possibilità di rinnovare la patente di guida (solo in Paesi extra U.E.; per i dettagli consultate la sezione Autoveicoli – Patente di guida).

Devono iscriversi all’A.I.R.E.:

  • i cittadini che trasferiscono la propria residenza all’estero per periodi superiori a 12 mesi;
  • quelli che già vi risiedono, sia perché nati all’estero che per successivo acquisto della cittadinanza italiana a qualsiasi titolo.

Non devono iscriversi all’A.I.R.E.:

  • le persone che si recano all’estero per un periodo di tempo inferiore ad un anno;
  • i lavoratori stagionali;
  • i dipendenti di ruolo dello Stato in servizio all’estero, che siano notificati ai sensi delle Convenzioni di Vienna sulle relazioni diplomatiche e sulle relazioni consolari rispettivamente del 1961 e del 1963;
  • i militari italiani in servizio presso gli uffici e le strutture della NATO dislocate all’estero.

L’iscrizione all’A.I.R.E. è effettuata a seguito di dichiarazione resa dall’interessato all’Ufficio consolare competente per territorio entro 90 giorni dal trasferimento della residenza e comporta la contestuale cancellazione dall’Anagrafe della Popolazione Residente (A.P.R.) del Comune di provenienza.

All’apposito modulo di richiesta (reperibile nei siti web degli Uffici consolari) va allegata documentazione che provi l’effettiva residenza nella circoscrizione consolare (es. certificato di residenza rilasciato dall’autorità estera, permesso di soggiorno, carta di identità straniera, bollette di utenze residenziali, copia del contratto di lavoro, ecc.). Qualora la richiesta non sia presentata personalmente va altresì allegata una copia del documento d’identità del richiedente.

L’iscrizione può anche avvenire d’ufficio, sulla base di informazioni di cui l’Ufficio consolare sia venuto a conoscenza.

L’iscrizione all’A.I.R.E. é GRATUITA.

Per le modalità di invio dei moduli via mail, fax, ecc. vi suggeriamo di visitare il sito web dell’Ufficio consolare competente per territorio.

L’aggiornamento dell’A.I.R.E. dipende dal cittadino.
L’interessato deve tempestivamente comunicare all’ufficio consolare:
– il trasferimento della propria residenza o abitazione;
– le modifiche dello stato civile anche per l’eventuale trascrizione in Italia degli atti stranieri (matrimonio, nascita, divorzio, morte, ecc.);
– il rientro definitivo in Italia;
– la perdita della cittadinanza italiana.

Il mancato aggiornamento delle informazioni, in particolare di quelle riguardanti il cambio di indirizzo, rende impossibile il contatto con il cittadino e il ricevimento della cartolina o del plico elettorale in caso di votazioni.

È importante che il connazionale comunichi il proprio indirizzo in modo corretto e completo attenendosi alle norme postali del Paese di residenza.

La cancellazione dall’A.I.R.E. avviene:

  • per iscrizione nell’Anagrafe della Popolazione Residente (A.P.R.) di un Comune italiano a seguito di trasferimento dall’estero o rimpatrio;
  • per morte, compresa la morte presunta giudizialmente dichiarata;
  • per irreperibilità presunta, salvo prova contraria, trascorsi cento anni dalla nascita o dopo la effettuazione di due successive rilevazioni, oppure quando risulti non più valido l’indirizzo all’estero comunicato in precedenza e non sia possibile acquisire quello nuovo;
  • per perdita della cittadinanza italiana;
26/10/2017 / by / in ,
PERMESSO DI LAVORO IN NUOVA ZELANDA: COME OTTENERE IL VISTO

Il tasso di disoccupazione in Nuova Zelanda si aggira intorno alla soglia al 5,5% e sono tante le opportunità di lavoro anche per chi decide di trasferirsi.

Ma come tanti altri paesi, anche la Nuova Zelanda richiede un visto a coloro che vogliono iniziare un’attività lavorativa nel territorio. I visti lavoro principali sono due: il “Working Holiday Visa” e il “Work Visa”.

Il Working Holiday Visa è un visto ottenibile online e della durata di 12 mesi. È necessario avere tra i 18 e i 30 anni per questo visto e non si può lavorare consecutivamente per più di 3 mesi con lo stesso datore di lavoro. Per quanto riguarda invece il Work Visa esistono due modi per ottenerlo.

Il primo modo è rispondere a un annuncio di un’azienda che seleziona candidati e, se siete fortunati, il datore di lavoro che vi sceglierà si occuperà di dimostrare al governo che nessun lavoratore della Nuova Zelanda è capace di ricoprire il ruolo riservato a voi. Se la qualifica professionale in vostro possesso rientra nelle liste con le competenze lavorative richieste dal Paese e di cui ha carenza, il processo di trasferimento è molto più veloce. Le liste sono la “Immediate Skill Shortage List” http://skillshortages.immigration.govt.nz/  o la “Canterbury Skill Shortage List” http://skillshortages.immigration.govt.nz/ )

Queste liste comprendono un elenco aggiornato di professionalità per le quali vi è immediata e momentanea carenza di personale neozelandese. Inoltre il tempo di durata del visto cambia a seconda del tipo di impiego e qualifica: se si è poco qualificati il visto dura al massimo 1 anno mentre se si è degli specialisti i visti possono durare anche 5 anni.

La Term Skill Shortage List http://skillshortages.immigration.govt.nz/ è un’altra lista nella quale vengono elencate tutte quelle professioni per cui si ha una carenza di lavoratori del Paese a lungo termine e con questa lista si può ottenere un visto “Work to Resident” della durata di 30 mesi consecutivi e rinnovabili. Purtroppo le caratteristiche del lavoratore ricercate sono cambiate per mantenere l’accesso temporaneo dei lavoratori stranieri come tale, rinforzando quindi il ritorno degli stranieri nel proprio paese.

 

 

 

22/09/2017 / by / in
PERMESSO DI LAVORO IN AUSTRALIA: COME OTTENERE IL VISTO

Il numero di italiani emigrati in Australia nell’ultimo anno ha sfiorato cifre record. Sarà per il clima rilassato, o forse per il lavoro assicurato, che gli italiani prediligono questo Paese per il loro futuro. Ci sono molti tipi di permesso per andare a vivere in Australia, anche se il visto più difficile da ottenere è quello per lavorare. La selezione dell’ingresso dei lavoratori stranieri si ha a seconda della necessità del Paese stesso: quando si ha bisogno di un determinato tipo di lavoro, viene facilitato l’ingresso a coloro che possono ricoprire questo ruolo.

Esistono 3 tipi di visto che permettono di lavorare: lo “Student Visa” che permette di lavorare part time, il “Working Holiday Visa” con il quale si può lavorare full time ma solo per 6 mesi e il “Visto Lavoro” che è il tipo di visto in cui parleremo in questo articolo.

Il Visto Lavoro, a sua volta, si suddivide in altri 3 tipi di visti: “Points based skilled Visa” che dipende dalle specializzazioni e caratteristiche del singolo lavoratore, “Employer Sponsored Visa” il quale necessita di un datore di lavoro australiano che si proponga come sponsor dello straniero, e il “Business Visa” che sono i visti per chi vuole aprire un’attività o investire sul Paese.

Il Points based skilled Visa è un visto permanente ed è certamente il più ambito nonché il più difficile da ottenere. Per averlo, la tua professione deve risultare nella lista Combined List of Eligible Skilled Occupations, http://www.border.gov.au/Trav/Work/Work/Skills-assessment-and-assessing-authorities/skilled-occupations-lists/combined-stsol-mltssl . Questo visto adatto a chi ha un ottimo livello di inglese, meno di 35 anni, almeno 3 anni di esperienza di lavoro in una delle professioni elencate in questa lista.

Invece l’Empoyer Sponsored Visa è un visto che dura 4 anni e che generalmente viene rilasciato a cuochi e professionisti dell’edilizia perché il datore di lavoro per inserire uno straniero nella propria impresa, deve dimostrare che nessun australiano può ricoprire quel posto vagante.

Infine se si ha l’intenzione di investire in un’attività in Australia, l’ideale è il Business Visa. Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito istituzionale del governo australiano http://www.australia.gov.au/help-and-contact/faqs/visas-and-immigration

 

 

 

22/09/2017 / by / in
PERMESSO DI LAVORO NON PERMANENTE NEGLI STATI UNITI: COME OTTENERE IL VISTO

La maggior parte dei cittadini stranieri richiedono un visto per entrare negli USA. Le norme e i regolamenti di immigrazione in America negli ultimi tempi cambiano molto frequentemente. Per tutti i tipi di viaggio, noi ti raccomandiamo di consultarti con il consolato americano del tuo paese di residenza per assicurarti di avere le informazioni corrette.

I seguenti sono i tipi di visti lavorativi per coloro che non vogliono richiedere il trasferimento permanente negli Stati Uniti:

B-1, B-2: per viaggi di lavoro (riunioni, conferenze, negoziazioni, eccetera) o per visite di piacere, turismo, trattamenti medici.

H, L, O, P, Q: per chi ha in programma di lavorare per un periodo determinato presso un datore americano, il quale dovrà compilare una richiesta apposita prima che il visto venga erogato. Questi visti vengono dati per diversi tipi di lavori, che includono “professioni particolari” (come modelle e funzionari governativi), trasferimenti interni all’azienda per cui si è già assunti nel paese di origine, tirocini e programmi di ricerca altamente qualificati, sportivi, persone con meriti professionali ritenuti fuori dal comune e artisti, di cui parleremo meglio più avanti. R: per lavoratori religiosi con incarichi specifici da svolgere durante il loro periodo di permanenza.

I: anche chiamato Media Visa, viene erogato a giornalisti, addetti stampa, membri della troupe e altri rappresentanti legati a mezzi di comunicazione (radio, stampa, cinema e altri). È importante notare che questi professionisti possono ricevere il visto I solo se lavorano per un ente con sede in un paese esterno agli Stati Uniti, il quale dovrà dimostrare che il lavoro dei suoi dipendenti in America è necessario al fine della sua funzione comunicativa nel paese d’origine.

E: per chi deve svolgere attività commerciali rilevanti, investimenti e trattati tra gli Stati Uniti e il proprio paese d’origine. Per ottenere questo visto bisogna compilare il modulo aggiuntivo DS-156E.

Per fare richiesta di uno di questi visti bisogna compilare un modulo disponibile sul sito del Dipartimento di Stato Americano https://ceac.state.gov/genniv/ , caricare una propria fototessera digitale e stampare la pagina di conferma. Bisogna successivamente prendere appuntamento con il Consolato o l’Ambasciata americana per sostenere il colloquio e dimostrare di avere tutta la documentazione necessaria all’ottenimento del visto.

 

 

22/09/2017 / by / in
PERMESSO DI LAVORO IN CANADA: COME OTTENERE IL VISTO

Il Canada, con il suo tasso di disoccupazione bassissimo, è una delle mete più ambite per gli italiani che cercano opportunità lavorative fuori dal Bel Paese.

Iniziare una nuova esperienza all’estero però non è mai cosa semplice: ci sono documenti da preparare che rendono il processo di trasferimento molto più lungo e complicato di ciò che si pensa.

Iniziamo dal primo step ovvero il visto di lavoro. Per lavorare in Canada non è possibile recarsi sul posto senza un lavoro e successivamente cercarlo: bisogna trovarlo prima di arrivare nel Paese ospitante perché il vostro futuro datore di lavoro dovrà farsi carico della trafila burocratica per regolarizzarvi come loro dipendenti antecedendo il vostro arrivo.

La politica del governo canadese purtroppo non aiuta i lavoratori temporanei non cittadini: tutti coloro che sono cittadini canadesi e coloro che siano stati legalmente ammessi in Canada con visto di “residenza permanente” hanno la possibilità di occupare ogni posto vacante prima che lo Stato possa emettere un’autorizzazione di lavoro temporaneo a un cittadino straniero.

Nel caso in cui si ottiene il permesso di lavoro, esso sarà valido per un determinato lavoro e per la durata del contratto. Ci sono professioni però che non necessitano del permesso di lavoro, consultabili in questa lista (http://www.cic.gc.ca/english/work/apply-who-nopermit.asp).

Se non si ha un lavoro invece è necessario essere un lavoratore qualificato, ovvero avere una certa istruzione e un’esperienza lavorativa adeguata. Fondamentale la conoscenza della lingua inglese e, preferibilmente, anche della lingua francese. Il Governo Canadese dispone di un elenco di lavoratori di cui ha bisogno, noto come lista dei NOC, consultabile a questo sito https://www.jobbank.gc.ca/search_occupation_allnoc.do  Per alcune categorie di lavoratori vi informiamo dell’esistenza di programmi agevolati come il visto “Vacanza-Lavoro” riservato ai giovani tra i 18 e i 35 anni che consente di soggiornare in Canada fino a 12 mesi e lavorare legalmente per i primi sei mesi del soggiorno.

Per tutti le ulteriori informazioni potete consultare questo sito: http://www.vfsglobal.ca/Canada/italy/italian/

 

 

 

22/09/2017 / by / in